C’è chi la definirebbe ”una tempesta perfetta”! L’uscita dalla situazione pandemica, tra difficoltà logistiche ed ingenti iniezioni di liquidità da parte di governi e banche centrali a cui si aggiungono guerra in Ucraina e crisi energetica globale, stanno causando un'impennata dell'inflazione che sembra destinata a durare ben oltre il 2022. In molti Paesi, l'aumento dei tassi d’interesse e la volatilità dei tassi di cambio stanno aggravando l'impatto del fenomeno.
Se consideriamo che il valore di alcuni beni e materie prime (inclusi alcuni importanti materiali da costruzione) è aumentato di oltre il 50%, ben al di sopra del tasso medio di inflazione, incidendo sui costi di ripristino, il valore dei beni immobili definito negli anni precedenti appare improvvisamente molto lontano dalla realtà. Allo stesso modo, gli scenari di danno da interruzione dell'attività, basati sia sulle vendite e sui prezzi delle materie prime antecedenti al 2022, che sulle stime delle tempistiche necessarie al ripristino (impattate da fattori quali i problemi della catena di approvvigionamento e la carenza di materie prime e manodopera), devono essere rivisti al rialzo.
Questo andamento, in rapida evoluzione, determina la necessità di intervenire sulle politiche assicurative adeguando non solo le somme assicurate per non incorrere nel rischio della sottoassicurazione, ma riflettendo anche sulla capienza di limiti e sottolimiti di indennizzo e massimali di risarcimento acquistati in quanto anche le richieste di risarcimento danni presentate da terzi stanno seguendo una inevitabile tendenza di aumento.
Dal canto suo il settore assicurativo sta subendo gli effetti dell’aumento dei costi dei sinistri, che in particolare per quelli di frequenza – a parità di livelli di franchigia – si stima possa avere un impatto decisamente non trascurabile sui bilanci.
Non sorprende che gli assicuratori stiano agendo per tutelarsi. Molti stanno inserendo restrizioni nei termini e nelle condizioni per limitare la copertura e ridurre l’esposizione al rischio, ad esempio fissando sottolimiti più restrittivi o rispolverando meccanismi di franchigia in percentuale delle esposizioni (divenuti desueti nel lungo periodo di soft market terminato nel 2020). In altri casi gli assicuratori hanno richiesto un aumento dei tassi e l’introduzione (o la reintroduzione) di meccanismi di adeguamento quali la regolazione premio. Si sono anche registrate alcune situazioni in cui gli underwriters hanno respinto delle richieste di quotazione perchè prive di adeguamento dei valori rispetto all’anno precedente.
In fase di gestione del sinistro, inoltre, le preesistenze vengono verificate oggi molto più frequentemente ed in maniera meno flessibile rispetto al passato, determinando processi liquidativi più lunghi e una maggiore incertezza sull’indennizzo. L'insieme di queste misure può diminuire la copertura aziendale, oltre ad aumentare la possibilità che gli indennizzi non corrispondano all'entità delle perdite effettive.
Le aziende possono però adottare diverse soluzioni per mitigare l’impatto dell’inflazione e così prevenire il rischio di copertura insufficiente:
Come WTW, aiutiamo le imprese a prepararsi al meglio per ottenere le migliori condizioni di mercato. La nostra dimensione globale ci permette di capire come le tendenze e l'inflazione impattino interi settori e aree geografiche. Questo ci permette di aiutare i nostri clienti a comprendere e gestire meglio le loro esposizioni al rischio.