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Articolo

Report WTW sulle catastrofi naturali
Gennaio - Giugno 2024

Luglio 17, 2024

Questa edizione offre insight sui principali disastri naturali della prima metà del 2024, esplora temi chiave emersi e fornisce una prospettiva per la seconda metà dell'anno.
Claims|Climate|Environmental Risks|Marine|Risk and Analytics
N/A

Nell'ultima edizione del report semestrale WTW sulle catastrofi naturali, i nostri esperti hanno esaminato i recenti eventi e quanto appreso da quest’ultimi, illustrando i trend emergenti.

Il documento approfondisce i fattori fisici, di vulnerabilità e socioeconomici che hanno contribuito alle più grandi catastrofi naturali nella prima metà del 2024 (Figura 1). Offrendo un approccio smart alla gestione del rischio, questo report aiuta a orientarsi nel complesso panorama delle catastrofi naturali e della gestione del rischio climatico.

Mappa globale che evidenzia i principali disastri naturali avvenuti nel 2024.

Include inondazioni negli Stati Uniti, in Germania, in Cina, a Dubai e nell'Africa orientale; tempeste convettive e incendi negli Stati Uniti; incendi in Cile, Pantanal e Brasile; siccità nel Mediterraneo; terremoti in Giappone e Taiwan; e sbiancamento globale dei coralli.

Figura 1. Principali catastrofi naturali gennaio – giugno 2024

Per il secondo anno consecutivo, da gennaio a giugno 2024, gli Stati Uniti hanno registrato un numero superiore alla media di tornado, grandinate ed eventi con forti raffiche di vento, con conseguenti richieste di indennizzo assicurativo per oltre 30 miliardi di dollari. Gravi inondazioni hanno interessato diverse aree del mondo, tra cui il Brasile, l’Africa orientale, la città di Dubai, l’Australia, la Cina, gli Stati Uniti e la Germania. Un terremoto di magnitudo 7,5 ha colpito il Giappone, mentre a Taiwan si è verificato il sisma più forte degli ultimi 25 anni, di magnitudo 7,4.

Le ondate di calore marino hanno innescato un evento globale di sbiancamento dei coralli, ricordandoci l’importanza di proteggere il “capitale naturale” degli ecosistemi. Il più grande incendio del Texas ha bruciato 426.600 ettari. Nel frattempo, la grave siccità nel Mediterraneo ha rivelato la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento alimentare ai rischi climatici.

Nella seconda metà dell’anno, l’attenzione si sposterà sulla stagione degli uragani nel Nord Atlantico, che si prevede sarà particolarmente attiva a causa delle temperature record della superficie del mare (SST - Sea Surface Temperature) e dell’atteso passaggio della La Niña (Sezione 4.1 del report).

Inoltre, la sezione “Previsioni” di questo report esplora il rischio delle tempeste solari man mano che ci avviciniamo al picco di attività solare (Sezione 4.2) e fornisce approfondimenti su come le organizzazioni possono utilizzare il reporting sul rischio climatico per la pianificazione strategica (Sezione 4.3).

Le tempeste convettive negli Stati Uniti mantengono l’attenzione sui rischi secondari

Nella sezione 3.1 del report, Scott St. George, Head of Weather & Climate Research di WTW, esamina il rapido inizio della stagione delle forti tempeste convettive (SCS - Severe Convective Storm) negli Stati Uniti, che è stata caratterizzata da violenti tornado EF4 in Oklahoma e Iowa, e un derecho a Houston. Nel corso dell’anno precedente, il 2023, le richieste di indennizzo alle assicurazioni SCS statunitensi hanno superato per la prima volta i 50 miliardi di dollari. La crescente incidenza di rischi “secondari” (o di utili), quali forti tempeste convettive, inondazioni e incendi ha spinto gli assicuratori a intensificare gli sforzi per comprendere e gestire meglio questi rischi. La ricerca svolge un ruolo cruciale nell’analisi di queste tendenze. Ad esempio, secondo uno studio della Columbia University, realizzato in collaborazione con WTW, le ondate di tornado in alcune parti dell’Alabama, della Georgia, del Missouri e del Mississippi sono frequenti più del doppio rispetto ai primi anni ’80.

Aumentano i rischi di alluvioni a causa del cambiamento climatico

Le alluvioni stanno destando molta attenzione a causa dell’intensificarsi dei danni che provocano. Questa edizione del report fa riferimento alle inondazioni che si sono verificate a Dubai (Sezione 3.3), in Australia (Sezione 3.5), in Brasile (Sezione 3.6) e in Africa orientale (Sezione 3.8), ma alluvioni che hanno prodotto gravi disagi e ingenti perdite finanziarie hanno colpito anche la Cina, la Germania e gli Stati Uniti Medio-occidentali. Secondo gli esperti di clima, le precipitazioni intense sono legate al cambiamento climatico, a causa del quale l’atmosfera trattiene più umidità, generando poi di conseguenza precipitazioni più intense. Ad esempio, i ricercatori hanno scoperto che il cambiamento climatico causato dall’uomo ha raddoppiato il rischio di inondazioni in Brasile nel periodo tra aprile e maggio 2024. [1]

Lezioni di ingegneria antisismica

All’inizio del 2024, forti terremoti hanno colpito il Giappone e Taiwan. Il miglioramento delle misure di resilienza e preparazione ha ridotto significativamente le vittime umane e i danni; tuttavia, si sono verificati ancora alcuni guasti agli edifici e alle infrastrutture.

Nella Sezione 3.2 del report, i colleghi Arash Nassirpour, Senior Associate, Natural Catastrophe & Climate Risk, Elide Pantoli, Physical Climate and Natural Catastrophe Risk Consultant, e James Dalziel, Earth Risk Research Lead, spiegano come in Giappone la maggior parte dei danni si siano concentrati in aree soggette a liquefazione, mentre a Taiwan il problema principale è stato il collasso del piano molle. Ciò evidenzia la continua necessità di valutazioni complete del rischio sismico, di adeguamento delle strutture vulnerabili e di aggiornamento delle pratiche e dei codici di costruzione.

Rischi causati dalla siccità nelle filiere agroalimentari

Nella Sezione 3.7 del report, un articolo a firma di Neil Gunn, Head of Flood and Water Management Research di WTW, e altri coautori, tratta il tema dell'impatto di una prolungata siccità sulla produzione agricola nella regione mediterranea, concentrandosi sull'industria olearia.

La siccità, causata da fattori meteorologici e idrologici, ha portato a una riduzione dei raccolti e a un aumento di 2,5 volte dei prezzi dell’olio d’oliva, evidenziando la vulnerabilità delle catene di approvvigionamento alimentare alle perturbazioni climatiche. Considerando che si prevede che i cambiamenti climatici aumenteranno il rischio di siccità in molte parti del mondo, si consiglia alle aziende di adottare strategie efficaci per valutare e mitigare i potenziali impatti legati alla siccità sulle loro operazioni e catene di approvvigionamento.

Vulnerabilità delle infrastrutture

Diversi eventi avvenuti nel 2024 hanno dimostrato l’importanza di infrastrutture resilienti in un contesto in cui si verificano crescenti catastrofi legate al clima. Nella Sezione 3.4 del report, un articolo a firma di Chloe Campo e Guy Schumann di RSS-Hydro evidenzia come l’invecchiamento e la cattiva gestione delle infrastrutture elettriche del Texas abbiano innescato gli incendi nella regione di Panhandle. In Brasile, le alluvioni catastrofiche sono state probabilmente aggravate dalla manutenzione inadeguata dei sistemi di protezione dalle inondazioni. Quest’ultime a Dubai hanno dimostrato, infine, l’impatto significativo che le catastrofi naturali possono avere sulle infrastrutture aeroportuali.

Le aziende possono gestire questi rischi sistemici attraverso valutazioni complete del rischio e strumenti come il WTW Airport Risk Index. Altrettanto efficaci sono le storyline: narrazioni fisicamente coerenti di futuri eventi plausibili. Nella sezione 3.5 del report, i colleghi Ben Rabb, Associate Director, Climate Risk, Anna Haworth, Associate Director, Climate and Resilience Hub, e Jessica Boyd, Modelling Research and Innovation Lead, discutono di come le storyline possano aiutare le aziende a comprendere e affrontare rischi complessi, come le interruzioni delle infrastrutture, di fronte ai cambiamenti climatici.

Continuano le temperature da record

Nel periodo da giugno 2023 a giugno 2024, per 13 mesi consecutivi si sono registrate temperature medie globali da record, che ogni mese superavano i record precedenti raggiunti in quel determinato periodo dell’anno (Figura 2).

Secondo il Copernicus Climate Change Service, negli ultimi 12 mesi (luglio 2023-giugno 2024) la temperatura media globale è stata di 1,6°C superiore alla media del periodo preindustriale 1850-1900. Inoltre, le temperature della superficie del mare hanno stabilito a livello mondiale record per 15 mesi consecutivi fino a giugno 2024.

Nella Sezione 3.9 del report, i colleghi Sarah Conway, Director, e Jamie Pollard, Associate Director, Disaster Risk Finance, descrivono in dettaglio come questo abbia provocato lo sbiancamento dei coralli a livello globale e discutono il ruolo dell’assicurazione parametrica nella protezione di questi ecosistemi vulnerabili.

Grafico che mostra l'andamento delle temperature globali dal luglio 2023 al giugno 2024,

con un confronto tra decenni dal 1940. La linea rossa rappresenta il 2023-2024, evidenziando un aumento delle temperature di circa 1,5°C rispetto ai livelli preindustriali (1850-1900), mentre altre linee colorate indicano le medie dei decenni precedenti.

Figura 2. Media mensile della temperatura superficiale dell’aria globale, che mostra le anomalie per ogni anno dal 1940 al 2024 rispetto alla linea di base del periodo preindustriale 1850-1900 (linee sbiadite), alle medie decennali (linee continue) e agli ultimi 12 mesi (linea rossa continua).

Transizione da El Niño a La Niña

L'El Niño-Southern Oscillation (ENSO) è un modello climatico caratterizzato da fluttuazioni periodiche della temperatura della superificie (SST) dell'Oceano Pacifico. El Niño presenta SST più caldi nel Pacifico centrale e tropicale orientale, mentre La Niña porta acque più fresche. L'ENSO influisce sui modelli meteorologici globali e ha contribuito a raggiungere temperature globali da record nel 2023[2]. Tuttavia, all’inizio del 2024, le condizioni di El Niño sono diminuite e si è passati all’attuale stato neutrale dell’ENSO.

Le previsioni indicano una probabilità del 65% che La Niña si sviluppi da luglio a settembre e una probabilità dell'85% che persista da novembre a gennaio[3].

La Niña, in genere, provoca più uragani nel Nord Atlantico, creando venti più calmi ai livelli superiori che consentono alle tempeste di formarsi più facilmente. Insieme alle temperature record della superficie marina, ciò ha portato a prevedere una stagione degli uragani del Nord Atlantico nel 2024 eccezionalmente attiva. Nella Sezione 4.1 del report, James Done del National Center for Atmospheric Research discute queste previsioni e le loro implicazioni.

Bibliografia

  1. World Weather Attribution. Climate change made the floods in southern Brazil twice as likely. (2024). Return to article
  2. Natural Catastrophe Review July - December 2023 Return to article
  3. ENSO: Recent Evolution, Current Status and Predictions. Climate Prediction Center / NCEP, NOAA. (2024) Return to article
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